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QUARTO INCONTRO

Monte e piano: dipendenze, relazioni e interconnessioni

La montagna soffre ancora di una visione distorta che la vede come naturalmente svantaggiata, subordinata alla città in una logica assistenzialistica, dipendente da forme e politiche di incentivazione per essere competitiva, oppure ancora slegata dalle logiche globali quale organismo a sé stante avulso dai cambiamenti imposti dai tempi. 

Numerosi sono ormai gli studi e le evidenze –affrontate nella loro complessità in un convegno della Società dei Territorialisti tenutosi a Camaldoli nel novembre 2019 – che, mettendo meglio a fuoco alcune dinamiche di reciprocità in atto tra montagna e centri urbani, provando come i rapporti di forza tra i due contesti si bilancino in modo sorprendente. 

Se la montagna dipende fortemente dalla città per lavoro, servizi, mercato e beni di consumo, viceversa la città dipende dalla montagna per risorse quali acqua, aria, energia idroelettrica, natura, spazio e tempo di svago, prodotti agroalimentari e altri prodotti connotati dalla qualità.  

Si calcola, ad esempio, che i servizi ecosistemici in Italia – ossia quei beni e servizi che derivano dagli ecosistemi e dalla natura e che sono vitali (e, aggiungiamo, di valore incommensurabile) per il benessere, per la sicurezza e lo sviluppo socio-economico di una civiltà – sono prodotti per il 60% dalle aree montane, le quali ne esportano almeno il 77% verso aree urbane e metropolitane (Giampiero Lupatelli - Consorzio CAIRE). 

Mettere in evidenza questo flusso bidirezionale serve a leggere il rapporto tra città e montagna come ad una relazione di dipendenza reciproca (da qui il concetto di “interdipendenza metro-montana”) e a suggerire alla politica la strada della pianificazione di area vasta, che consideri città e aree interne come un organismo unico e connesso, unito da un progetto comune da sviluppare in una dimensione di equità distributiva e di efficienza. 

Due approfondimenti ci aiuteranno a mettere meglio a fuoco le interdipendenze tra città - pianura e montagna friulana: il mondo dell’impresa e lo sfruttamento idroelettrico. Fare impresa in montagna può essere una sfida che aggiunge complessità, ma che porta anche valore aggiunto al prodotto e all’azienda stessa, basti pensare all’alta qualità con cui spesso sono connotati i prodotti di montagna. Senza contare che l’esistenza di ogni singola impresa può fare davvero la differenza nel contesto socio-economico della montagna, avendo la forza di influire sulla vitalità e la popolosità di intere valli e paesi. È proprio la qualità del prodotto che spesso mette le aziende della montagna al centro di un mercato globale, portando nei centri la ricchezza delle Terre Alte.
L’utilizzo dei fiumi e dei torrenti di montagna per la produzione di energia idroelettrica è un altro tema che mette al centro le relazioni con la città/pianura, che in passato sono state caratterizzate da pratiche di sfruttamento e depredazione a tutto vantaggio delle grandi ditte centralizzate, senza lasciare ricchezza sul territorio montano, con rare eccezioni. Oggi queste relazioni stanno cambiando e la montagna sta guadagnando riconoscimenti, benefici e si sta attivando verso forme di autoproduzione, autogestione ed efficientamento dei consumi, dimostrandosi ancora una volta innovativa. 

 

Giovedì 12 novembre 2020
DALLA GLOBALIZZAZIONE ALLA “REGIONALIZZAZIONE” DELLE CATENE DEL VALORE. UNA NUOVA OPPORTUNITÀ PER FARE IMPRESA IN MONTAGNA?
16.00 - 18

Interventi di

Danilo Farinelli, Direttore Generale Carnia Industrial Park 
Le istituzioni al servizio della manifattura  

Alberto Felice De Toni, già Presidente Agemont, Presidente Fondazione CRUI 
La genesi di Agemont: un’esperienza di grande attualità per promuovere l’innovazione in montagna   

Nicola Cescutti, Presidente Servel Mera Srl e Vice Presidente Carniaflex Srl  
Produrre in montagna: l'esperienza di un imprenditore carnico di seconda generazione   

Federico Mior, HR Manager AMB Spa   
Vivere e lavorare in montagna. Quali gli elementi di attrattività per le aziende   

Nicola Del Din, Presidente e CEO della Blackfin
Occhiali "neomadeinitaly": una produzione di eccellenza forte nel collocarsi in montagna    

DOCUMENTI UTILI

RIPARTIRE DAI SAPERI CONDIVISI
L'Economia 12 ottobre 2020 di Stefano Micelli, Università Ca’ Foscari di Venezia

Lunedì 16 novembre 2020
LA RISORSA IDRICA E LA PRODUZIONE DI ENERGIA IDROELETTRICA: VERSO L’AUTODETERMINAZIONE DELLE COMUNITÀ DI MONTAGNA 
16.30 - 18.30
LINK http://bit.ly/04Montagna
ID RIUNIONE ZOOM  864 7174 8707

Interventi di

Franceschino Barazzutti, già Presidente del Consorzio del bacino imbrifero -BIM- del Tagliamento  
Il Tagliamento ed il suo sistema idroelettrico alla luce del Piano Regionale di Tutela delle Acque (PRTA) e della L.R.(107_98) 

Matteo Mazzolini, Direttore dell’Agenzia Per l’Energia - APE  
Lo sfruttamento idroelettrico nella montagna friulana tra passato, presente e futuro  

Claudio Traina, Sindaco del Comune di Barcis  
Le novità introdotte con la legge regionale 107 per i comuni di montagna 

Andrea Boz, Cooperativa SECAB  
La Cooperativa SECAB a Paluzza: gestione locale dell’energia idroelettrica 

Mariano Allocco, Neopresidente della Maira Spa  
La nuova comunità energetica di Valle 

DOCUMENTI UTILI

L'INFINITO IN UNA GOCCIA Storie di energia idroelettrica in Friuli Venezia Giulia 
Associazione Imprenditori idroelettrici del Friuli Venezia Giulia

COMUNITÀ ENERGETICHE E OBIETTIVI DEL PNIEC
Ricerca sul Sistema Energetico – RSE S.p.A.

COMUNITÀ ENERGETICHE: L’ANALISI RSE
Articolo a cura di Francesco Sellari