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GLI STUDENTI UNIUD AI TEMPI DEL CORONAVIRUS

TRA PERCEZIONI E CONSAPEVOLEZZE

 

Indagine a cura delle Officine "Persone, comunità e servizi socio-sanitari” e “Demografia e Territorio”                                                                                                                                                                                                        

LA RATIO DELL’INDAGINE

Lo scenario delineatosi a seguito della pandemia da Nuovo Coronavirus Sars-CoV-2 ha inaspettatamente obbligato i Paesi del globo a nuove e radicali prese di coscienza. In particolare:

  • La necessità di stravolgere e rivoluzionare all’istante, e per un periodo di tempo impossibile da definire e circoscrivere in fase iniziale, abitudini di vita privata, pubblica e sociale mai messe in discussione in precedenza e considerate da sempre diritti inderogabili di ogni individuo;
  • La necessità di acquisire velocemente nuovi punti di vista e chiavi di lettura differenti per fare fronte ad una realtà che, da quel momento in poi, non sarebbe stata mai più la stessa;
  • La necessità di ammettere l’indiscutibile fragilità dell’essere umano, pur nel 2020, di fronte ad un nuovo “nemico”, invisibile e silenzioso, rapidissimo nei movimenti e trasmissibile proprio attraverso le azioni più naturali e più caratteristiche dell’essere umano: il contatto fisico, la relazione con gli altri, la vicinanza, la socialità.

Le misure tanto drastiche quanto inevitabili di contenimento e di gestione dell’emergenza, messe in atto a partire dal mese di marzo 2020 dal Governo, hanno rivoluzionato necessariamente anche il mondo Accademico trasformando momentaneamente gli Atenei in luoghi fisici all’improvviso “silenziosi” ma allo stesso tempo attivamente impegnati in un ripensamento radicale di se stessi a partire dalla didattica, non più in presenza ma a distanza”, e dagli eventi topici che da sempre e tradizionalmente scandiscono la vita accademica di studenti, docenti e del personale d’Ateneo (sessioni d’esame e di laurea, lezioni accademiche, conferenze, Consigli di Dipartimento, ecc.).

E dunque quanto e in che modo tutta questa rivoluzione ha pesato su coloro i quali ogni giorno, fino all’11 marzo 2020, hanno riempito le aule universitarie, le sale studio delle biblioteche, i laboratori dei Dipartimenti e le mense? Qual è stato quindi l’impatto dell’emergenza Coronavirus sugli studenti dell’Università di Udine?

Il progetto di ricerca congiunto delle Officine Demografia e Territorio e Persone, comunità e servizi sociosanitari di Cantiere Friuli – Università degli Studi di Udine è nato proprio per rispondere a queste domande. Uno strumento di indagine messo a punto durante la cosiddetta FASE 1 dell’emergenza e pensato per rilevare il polso della Comunità studentesca in tempo di COVID-19. Le domande del questionario sono state infatti suddivise in aree tematiche allo scopo di indagare percezioni e consapevolezze dei giovani in quel determinato momento storico.

L’indagine è stata realizzata durante la FASE 1 dell’emergenza con l’obiettivo di “scattare” un’istantanea della situazione in cui gli studenti dell’Università di Udine si sono improvvisamente ritrovati, cercando dunque di capire come stessero vivendo la pandemia e facendo sentire loro l’Università presente, interessata e vicina in un momento di particolare delicatezza. Nessuna pretesa, dunque, di indagare in maniera più approfondita aspetti psicologici o emotivi dei rispondenti che, invece, è stato l’obiettivo perseguito da una successiva indagine a cura di Laura Pagani del DIES.

La risposta al questionario, sin dai primi momenti della sua apertura agli studenti, si è rivelata estremamente positiva considerando soprattutto il fatto che la partecipazione è stata su base volontaria.

Dall’analisi delle risposte raccolte emerge, in sintesi, il quadro di una popolazione studentesca (quella coinvolta nell’indagine è costituita da 1.908 studenti su circa 16 mila globalmente iscritti all’Università di Udine) che, nonostante la giovanissima età (parliamo infatti prevalentemente di studenti under 30, più precisamente del 91,9%), ha avvertito subito e fortemente il peso della propria responsabilità di fronte ad una situazione di salute pubblica e quindi di interesse collettivo.

La fotografia scattata attraverso il questionario ci restituisce inoltre l’immagine di studenti:

  • Appartenenti per lo più alle aree di studio umanistica e scientifica;
  • Residenti soprattutto in FVG;
  • Che si sono tenuti aggiornati sullo sviluppo della pandemia facendo anche riferimento a fonti istituzionali accreditate e valutate comprensibili nella trasmissione delle informazioni;
  • Ligi al dovere e alle regole ad un certo punto imposte dal Governo;
  • Decisamente poco spaventati dalle malattie e già a conoscenza, COVID 19 a parte, delle norme igienico-sanitarie fondamentali per il contenimento del virus.