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LA RILEVAZIONE

CARATTERISTICHE E MODALITÀ

L’indagine, aperta all’intera Comunità studentesca dell’Università degli Studi di Udine, è stata resa disponibile online da lunedì 20 a lunedì 27 aprile 2020 ed ha permesso di raccogliere 1.908 questionari validi, ossia al netto di 13 record duplicati dal sistema informatico di somministrazione.

Lo strumento è stato strutturato sulla base di 21 domande per indagare:

  • l’atteggiamento degli studenti universitari durante la FASE 1 dell’emergenza;
  • la percezione della loro fragilità rispetto al rischio di contrarre malattie e l’eventuale paura delle stesse;
  • le fonti utilizzate per informarsi sulla pandemia;
  • la consapevolezza rispetto all’importanza e al peso delle norme igienico-sanitarie adottate ai fini del contenimento della diffusione del virus.

La sezione conclusiva è stata infine riservata alle usuali informazioni anagrafiche che forniscono la puntuale fotografia rispetto all’età e al sesso dei rispondenti, all’area e al corso di studio di appartenenza e alla provenienza geografica.  

I dati, raccolti in forma anonima e strettamente riservati, sono stati utilizzati solo ed esclusivamente ai fini dell’attività di ricerca.

ANALISI SPECIFICA

Si propone, di seguito, l’analisi relativa, in particolar modo, alle domande poste agli studenti universitari per saggiare il loro rapporto con le malattie e per indagare il loro senso di responsabilità in riferimento al contenimento della pandemia attraverso l’adozione di atteggiamenti corretti e il rispetto delle regole imposte.

Questa situazione di emergenza ha modificato la tua percezione del rischio di contrarre malattie?

I dati numerici ricavati dalle risposte assegnate alla domanda evidenziano immediatamente uno scarso cambiamento nella percezione dei giovani rispetto al rischio ovvero alla possibilità di ammalarsi. Il 40,6% degli studenti coinvolti nell’indagine, pari a 775 giovani, dichiara infatti che la pandemia ha influito poco sul proprio senso di fragilità rispetto alle malattie mentre per il 14,8% degli studenti non ha invece avuto alcun impatto; ne ha avuto “abbastanza” per il 35,7% dei giovani e addirittura “molto” per l’8,8%. Considerando queste risposte isolatamente rispetto al resto del questionario, la prevalenza del dato “poco”, che sommato a “nullo” ci consegna una percentuale pari al 55,5%, non ci dice, in realtà, se i giovani si sentissero fragili oppure immuni anche prima del COVID 19 mentre ci racconta che certamente la pandemia non ha inciso su percezioni che esistevano comunque, a prescindere dal Coronavirus.

Questa situazione di emergenza ha modificato la tua percezione della pericolosità delle malattie?

Anche in questo caso la percezione della pericolosità delle malattie risulta modificata poco, se non addirittura per nulla, per il 51,5% dei rispondenti ovvero per 983 dei 1.908 studenti coinvolti nell’indagine. Nemmeno in questa circostanza, e considerando queste risposte isolatamente rispetto al resto del questionario, è possibile verificare se i giovani considerassero o meno pericolose le malattie anche prima dell’emergenza mentre si prende atto dello scarso peso della pandemia sul loro atteggiamento verso le stesse, risultato quindi immutato o comunque modificato di poco. I dati sembrano quindi suggerire l’idea di studenti “resistenti” e difficilmente condizionabili nei loro atteggiamenti e nelle loro percezioni rispetto alla “potenza” delle malattie e alla facilità o meno di contrarle.

Prima di questa emergenza avevi paura delle malattie?

Le risposte a questa domanda ci dicono chiaramente che i rispondenti coinvolti nell’indagine hanno sempre avuto nei confronti delle malattie un atteggiamento poco preoccupato (lo hanno affermato 1.008 studenti, pari al 52,8%) o addirittura nessuna paura (16,4%).  Si può quindi concludere che la maggioranza dei rispondenti, pari al 69,2%, ha una scarsa o nulla paura delle malattie. Soltanto 110 si sono infatti dichiarati molto spaventati dalle malattie prima dell’emergenza. Moderatamente impauriti, invece, 478 studenti su 1.908. Le risposte a questa specifica domanda consentono forse di attribuire un significato più preciso anche alle due fatte in precedenza e legate alla percezione del rischio e alla pericolosità delle malattie. La giovane età e l’ottimismo ad essa generalmente associato rendono forse molto difficile, per ragazzi così giovani, immaginare di essere fragili e potenzialmente in balia di eventi avversi pericolosi e quindi il concetto di “resistenza” avanzato in precedenza può forse essere tradotto con una certa sicurezza, da parte dei giovani, rispetto al loro essere immuni dalle malattie e quindi soggetti non fragili.

Ti senti responsabile come cittadino nel contribuire al contenimento del virus con i tuoi comportamenti?

La distribuzione statistica di questa domanda mostra uno dei risultati più forti e netti fra tutti quelli visti che, considerando anche il valore medio rappresentato dal “sì, abbastanza”, tratteggia un risultato quasi plebiscitario pari al 96,5%. Innegabile il significato del dato che mette certamente in evidenza la piena consapevolezza, da parte degli studenti universitari, rispetto al peso e all’incidenza dei propri comportamenti, per sé stessi e per la collettività, ai fini del contenimento del virus. Un dato ancora più interessante considerata l’età prevalente degli studenti coinvolti nell’indagine, ovvero under 30.