Skip to main content

La città inclusiva

Nuovi sviluppi per il secondo anno di ricerca di “Cantiere Friuli”

Il progetto di ricerca “La città inclusiva”, che si colloca all’interno dell’Officina “Rigenerare la città e il territorio”, nell’ambito progetto di Ateneo “Cantiere Friuli”, durante il secondo anno approfondirà lo studio sul tema dei vuoti urbani, un’esigenza profondamente sentita e declinata sotto varia forma nel panorama urbanistico e politico recente. Il problema della decongestione, dello spopolamento è attuale e molto presente nella città odierna, e trova facile collocazione nel contesto friulano. Negli ultimi trent’anni, mentre le città crescevano, paradossalmente al loro interno si sono aperti dei vuoti costituiti, non solo da grandi aree industriali dismesse e servizi al cittadino, come ortomercati, mercati, infrastrutture, ecc., ma anche dal problema di appartamenti, case, uffici e negozi vuoti. Questo sistema articolato di spazi spesso erode l’intensità della vita sociale e riguarda parti centrali o periferiche. Le città risultano quindi frammentate da spazi dismessi, mentre l’inarrestabile esodo della popolazione fuori dalla città consolidata, alla ricerca di soluzioni abitative più economiche, sta generando un’espansione del tessuto urbano e un conseguente consumo di suolo. Questa questione, al di là dei riflessi che può avere sul piano territoriale e ambientale, costituisce anche un grave problema sul piano antropologico, sociologico, economico e politico, creando una forma di deprivazione della densità degli spazi e della varietà culturale che caratterizzano la città come tale. I ragionamenti condotti dalla sperimentazione “La città inclusiva”, in questa seconda fase, hanno quindi l’obiettivo di individuare una casistica più ampia e non omogenea, che permetta di rispondere in maniera articolata agli spunti e alle sollecitazioni prodotte dall’analisi del caso di Borgo Grazzano; una casistica capace di esemplificare le procedure da attuare all’interno del territorio friulano, sulle quali riflettere e immaginare possibili ricadute nella realizzazione di nuove soluzioni progettuali. 

Guardare alle città di Sacile, Pordenone, Cividale, Gemona e Gorizia, rappresenta lo strumento operativo per individuare temi e questioni inerenti la trasformazione e la dismissione degli spazi della città di medie dimensioni e il loro potenziale politico e sociale.