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Dalla globalizzazione alla “regionalizzazione” delle catene del valore. Una nuova opportunità per fare impresa in montagna?

Incontro ONLINE di Officina Montagna

Giovedì 12 novembre 2020
16.00 - 18
LINK http://bit.ly/03Montagna 
ID RIUNIONE ZOOM  872 0334 6387

La montagna soffre ancora di una visione distorta che la vede come naturalmente svantaggiata, subordinata alla città in una logica assistenzialistica, dipendente da forme e politiche di incentivazione per essere competitiva, oppure ancora slegata dalle logiche globali quale organismo a sé stante avulso dai cambiamenti imposti dai tempi. 

Numerosi sono ormai gli studi e le evidenze –affrontate nella loro complessità in un convegno della Società dei Territorialisti tenutosi a Camaldoli nel novembre 2019 – che, mettendo meglio a fuoco alcune dinamiche di reciprocità in atto tra montagna e centri urbani, provando come i rapporti di forza tra i due contesti si bilancino in modo sorprendente.
Se la montagna dipende fortemente dalla città per lavoro, servizi, mercato e beni di consumo, viceversa la città dipende dalla montagna per risorse quali acqua, aria, energia idroelettrica, natura, spazio e tempo di svago, prodotti agroalimentari e altri prodotti connotati dalla qualità. 
Si calcola, ad esempio, che i servizi ecosistemici in Italia – ossia quei beni e servizi che derivano dagli ecosistemi e dalla natura e che sono vitali (e, aggiungiamo, di valore incommensurabile) per il benessere, per la sicurezza e lo sviluppo socio-economico di una civiltà – sono prodotti per il 60% dalle aree montane, le quali ne esportano almeno il 77% verso aree urbane e metropolitane (Giampiero Lupatelli - Consorzio CAIRE). 

Mettere in evidenza questo flusso bidirezionale serve a leggere il rapporto tra città e montagna come ad una relazione di dipendenza reciproca (da qui il concetto di “interdipendenza metro-montana”) e a suggerire alla politica la strada della pianificazione di area vasta, che consideri città e aree interne come un organismo unico e connesso, unito da un progetto comune da sviluppare in una dimensione di equità distributiva e di efficienza. 

Abbiamo scelto di approfondire il mondo dell'impresa per mettere meglio a fuoco le interdipendenze tra città - pianura e montagna friulana.
Fare impresa in montagna può essere una sfida che aggiunge complessità, ma che porta anche valore aggiunto al prodotto e all’azienda stessa, basti pensare all’alta qualità con cui spesso sono connotati i prodotti di montagna. Senza contare che l’esistenza di ogni singola impresa può fare davvero la differenza nel contesto socio-economico della montagna, avendo la forza di influire sulla vitalità e la popolosità di intere valli e paesi. È proprio la qualità del prodotto che spesso mette le aziende della montagna al centro di un mercato globale, portando nei centri la ricchezza delle Terre Alte.

Interventi di

Danilo Farinelli, Direttore Generale Carnia Industrial Park 
Le istituzioni al servizio della manifattura  

Alberto Felice De Toni, già Presidente Agemont, Presidente Fondazione CRUI 
La genesi di Agemont: un’esperienza di grande attualità per promuovere l’innovazione in montagna   

Nicola Cescutti, Presidente Servel Mera Srl e Vice Presidente Carniaflex Srl  
Produrre in montagna: l'esperienza di un imprenditore carnico di seconda generazione   

Federerico Mior, HR Manager AMB Spa   
Vivere e lavorare in montagna. Quali gli elementi di attrattività per le aziende   

Nicola Del Din, Presidente e CEO della Blackfin
Occhiali "neomadeinitaly": una produzione di eccellenza forte nel collocarsi in montagna