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L'Università cresce bene

Messaggero Veneto del 20/07/2019

A più riprese e su diverse rubriche di questo giornale, ma in particolar modo in quella che sotto il nome di "Le Idee", luogo importante per uno scambio franco e diretto di opinioni su temi importanti per il Friuli e per l'intera regione, trova spazio l'Università di Udine, o meglio del Friuli, considerata come uno dei caposaldi su cui basare il futuro della regione. Ma se questo ruolo le è riconosciuto da tutti, molte volte invece, viene sottolineata la mancanza di un suo concreto contributo in termini di idee progettuali, di presenza sul territorio, di presa di posizione sui temi di attualità sia a livello di architettura istituzionale che di sviluppo regionale più in generale. Ed è successo così domenica scorsa nelle considerazioni esposte nell'articolo, a firma di Sandro Fabbro, il cui titolo è esplicito: "Il declino segnato di Udine e del Friuli e le colpe dell'ateneo senza proposte e idee". L'articolo in verità affronta questioni molto più ampie e articolate, ma qui mi preme proporre alcune riflessioni e portare alcuni dati in qualità di responsabile di uno dei progetti che derivano dal Piano strategico dell'ateneo friulano 2015- 2019, quel "Cantiere Friuli" che spesso è stato indicato come un esempio virtuoso della presenza dell'università nel, o meglio con il territorio. Prima di esporre alcuni dei risultati fin qui ottenuti ritengo utile anteporre alcuni punti, pur in maniera sommaria, che forse servono a chiarire e a leggere meglio questa esperienza in corso: a) l'Università tutta e Cantiere Friuli in particolare, non è chiamata a fissare l'agenda politica regionale, sia nei temi che nei tempi e nelle azioni.b) L'accademia, termine troppe volte visto in senso di autoreferenziale e di chiusura nella sua torre, è invece pronta, e tante volte lo ha dimostrato, a fornire chiavi di lettura, dati, analisi, progettualità sulla realtà regionale per costruire scenari, a diverso termine, da mettere a disposizione degli attori e dei decisori politici, ma pure del più ampio contesto sociale ed economico.c) I professori, i ricercatori, nelle loro diverse figure e articolazioni, quotidianamente producono lavori che hanno un legame forte con il territorio di riferimento, pur mantenendo una loro dimensione "universale"; basti pensare, e qui l'elenco sarebbe lunghissimo, alla sua costante presenza, anche se talvolta sotterranea o non ben identificabile, nelle innumerevoli iniziative in cui l'università è una protagonista condivisa; il piccolo e il quotidiano non hanno sempre visibilità, ma producono legami forti e radicamento solido.d) La narrazione, come è di moda dire oggi, non è una pratica abituale del ricercatore e dell'Università in generale: il silenzio, la riflessione, il lavoro giornaliero per raggiungere risultati talvolta difficili da ottenere è invece la pratica e la "regola" di riferimento, e di conseguenza la comunicazione ne soffre. In questo contesto va inserito Cantiere Friuli, esperienza originale, unica nel panorama universitario italiano, sia per la finalità (restituire al Friuli quanto ricevuto dalla ricostruzione post sismica e fornire idee per il futuro della regione), sia per le modalità di azione (officine operative formate da docenti e ricercatori e dalle eccellenze territoriali), sia per l'investimento di risorse finanziarie dirette (seicentomila euro) a fronte dell'impegno gratuito e volontario di docenti e ricercatori.Dopo due anni di lavoro si può trarre un primo bilancio, ancora provvisorio, che ha risentito di un avvio non semplice perché ha richiesto un cambio, non facile del mondo accademico (lavorare non per il territorio, ma con il territorio), e soprattutto perché alla base era richiesto, una volta individuate le grandi aree tematiche, di fare analisi puntuali, elaborare idee e fornire, già richiamato scenari d'intervento. Si è operato su alcuni temi di grande attualità: il contesto demografico, la rete sociosanitaria di base, sistemi digitali avanzati (smart city e smart land), la rigenerazione del capitale territoriale, il quadro istituzionale, l'innovazione imprenditoriale.I numerosissimi eventi, interventi e azioni si possono ritrovare facilmente sul sito dell'ateneo friulano alla specifica voce, e proprio in questi giorni stanno arrivando alle stampe i primi "mattoni" del cantiere, tra cui uno curato proprio dal professor Fabbro dedicato alla rigenerazione del capitale territoriale e che ha per sottotitolo "analisi e proposte per ricostruire una speranza di futuro per il territorio friulano" che farà certo discutere per le proposte contenute e un altro di estrema attualità che indaga la propensione degli studenti udinesi ad abbandonare la regione dopo la laurea.Cantiere Friuli ha creato le basi per la firma di un solido patto di collaborazione e condivisione tra Ateneo e Comune di Udine, che sta già dando i suoi frutti operativi a cui questo giornale ha dato ampio spazio (nuove proposte di mobilità, la camminata esplorativa/propositiva in via Grazzano, il portale del riuso, l'hackathon con gli studenti per nuove proposte per Udine città universitaria). Analogo protocollo d'intesa che è stato sottoscritto il 19 luglio con il Comune di Pordenone e che si intende sottoscrivere a breve anche con il Comune di Gorizia. Patti per agire con concretezza nella visione di città che non "ospitano" l'università, ma che diventano universitarie.Una delle questioni richiamate da Fabbro è quella del futuro istituzione di questa regione. Anche qui Cantiere Friuli non dà e non vuole dare una ricetta politica, ma ha costruito, grazie all'Officina Autonomia e Istituzioni coordinata dalla professoressa Elena D'Orlando, un percorso di informazione e condivisione sui contenuti della riforma del sistema delle autonomie locali (focus su rapporto tra identità e autonomia, finanza locale, comparto unico del pubblico impiego, strumenti ed esperienze di collaborazione tra enti, funzioni amministrative e servizi pubblici locali...), attraverso un costante lavoro di analisi e di confronto pubblico in tappe tematiche successive. L'Officina, come output di questo elaborato e complesso processo di confronto con il territorio, sta elaborando alcune proposte concrete di scenari sulle forme di governo locale da mettere a disposizione dei decisori in questa delicata fase di riorganizzazione istituzionale.In Cantiere c'è ora una concreta attenzione anche per temi nuovi quali quelli della montagna e dei piccoli comuni, nonché su tematiche quali le aree dismesse, il risanamento e la riqualificazione del patrimonio abitativo e più in generale della trama urbana con particolare attenzione al ruolo del verde, i servizi pubblici in una situazione demografica debole e problematica...Una prima sintesi complessiva è in corso di elaborazione, ma il Cantiere e l'Università c'è, le fondamenta sono state gettate, il primo piano raggiunto e ora siamo al secondo, "pal cuviert, ancjemò un pôc di timp!"

Mauro Pascolini, delegato al Territorio e al Progetto Cantiere Friuli dell'Università di Udine